Nomination per il premio “Attila”
di Peppino Bivona
Qualche anno fa Angelo Napoli del Wwf di Menfi, aveva protestato energicamente assieme agli ambientalisti, per lo scempio perpetrato ai danni dei ficus sistemati in piazza e in altre strade del paese.
Napoli, accompagnò la sua protesta con una sensata proposta, ovvero fornire al personale impegnato nella gestione del verde urbano, di una base cognitiva minima circa l’anatomia e la fisiologia delle piante, sperando così di evitare di assistere, in futuro, a questo incivile massacro di alberi.
Ora, se vi capita di passare per
via IV Novembre, poco distante dall’ex cinema Pirandello, capirete subito che
il suggerimento del nostro concittadino Napoli è stato totalmente disatteso.
Stanno a dimostrarlo il breve viale di ficus orrendamente mutilati, branche
mozzate,tranciati ai nodi. Questa capitozzatura energica e decisa pare fosse
dettata dall’incontrollato sviluppo delle radici che stavano sollevando e
dissestato il marciapiede e da lì a poco sarebbe toccato anche alla strada.
Personalmente ritengo che questi ficus non siano stati
una scelta intelligente per l’alberatura del luogo, ma una volta cresciuti
e nel rispetto della loro età, abbiamo
il dovere di custodirli e gestirli al
meglio delle nostre conoscenze
Proverò a spiegare a queste brave persone, che hanno in custodia e curano le piante del nostro paese, alcuni principi elementari di botanica nel rispetto delle esigenze e delle circostanze del caso.
Intanto, sia chiaro che con la
vostra operazione di capitozzatura non fermerete lo sviluppo delle radici in superfice, anzi
alla ripresa vegetativa si attiveranno di più, non conosceranno
ostacoli. Ma vi siete chiesti perché queste radici che, quasi per definizione,
dovevano scendere in basso, sottoterra , all’improvviso impazziscono ed
emergono in superfice?
Ebbene, queste piante,
contrariamente a noi umani che ci adattiamo a vivere in cassettoni di cemento,
non sopportano nessuna copertura impermeabilizzante, qualsiasi strato
cementizio, di asfalto o di mattoni che
renda intrasmissibile l’acqua e l’aria col suolo. Si è bene che lo sappiate :le
radici degli alberi hanno un dannato bisogno di OSSIGENO!!
In natura, vedi i boschi, ad arieggiare
il terreno ci pensano molti animali terricoli dai collemboli ai lombrichi,
questi ultimi venivano chiamati dai nostri contadini” vermi lavuratura”. Nella
campagna coltivata ci pensa il l’agricoltore attraverso l’aratura e la zappettatura.
Buona norma vorrebbe che le piante,almeno per la prima
parte della loro vita, ovvero dello sviluppo iniziale, il terreno, per tutta la proiezione della
chioma , restasse al naturale, ci si astenesse
dal cementificare o asfaltare , lasciando che si istaurino nelle radici
una benefica presenza di micorri ze. Questo suolo non dovrà comunque restare “nudo” ma si provvederà a coprirlo con
truciolatura o piccoli sassi anche a scopo decorativo.
Capitozzare gli alberi è
barbarie, una delle pratiche più sadiche che possiamo infliggere agli alberi,
spesso li trascuriamo, non comprendiamo in tempo i segnali di malessere che ci inviano, per poi stoltamente intervenire
cruentemente nell’illusione di salvarli.
La stroncatura delle branche
disarmonizza il rapporto equilibrato istauratosi tra
chioma e radice, scompensa la circolazione linfatica, la produzione ormonale
viene alterata, le grosse ferite prima di cicatrizzare sono esposte per lungo
tempo all’attacco di funghi e batteri , la pianta sembra curiosamente
avvantaggiarsene, ma nel lungo periodo sarà segnata, la durata della sua vita
sarà di sicuro più breve.
Questi ficus di via IV Novembre avevano mitigato ,e non
poco, le abitazioni viciniori nelle estate accaldate ,erano rifugio di uccelli
magari insettivori, di quelli che la sera all’imbrunire facevano incetta di
fastidiose zanzare….la prossima estate non sarà più la stessa.
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